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Giuseppe De Gregorio (Spoleto, 1920-2007) è stato una figura centrale del Gruppo di Spoleto, costituitosi nel corso dei primi anni cinquanta parallelamente a quel Premio Spoleto (1953) che, grazie alla presenza in giuria di Francesco Arcangeli, portò nella città umbra le novità informali di matrice ultimo-naturalista. Questa prima antologica, a cinque anni dalla scomparsa, contestualizza l'esperienza dell'artista con quella del Gruppo, dei cui altri protagonisti (Filippo Marignoli, Giannetto Orsini, Ugo Rambaldi, Piero Raspi, Bruno Toscano) vengono presentate dieci opere, mettendola anche in relazione alle esperienze informali nazionali testimoniate da un nucleo di venti opere di artisti d'area settentrionale, come Morlotti, Moreni, Vacchi, Bendini (e altri), premiate al Premio Spoleto e quindi rimaste quale patrimonio del Palazzo Collicola Arti Visive, Museo Carandente. Tra queste anche una scultura di Leoncillo, indiscusso maestro e vero precursore dell'intero Gruppo. Conclusa la stagione informale, De Gregorio ha proseguito autonomamente nella propria esperienza artistica partecipando a importanti manifestazioni come la Biennale di Venezia (1964) e a tre edizioni della Quadriennale di Roma (1956, 1966 e 1986) ed esponendo in numerose mostre, sia in Italia che all'estero, a partire dalla prima personale tenuta presso la storica Galleria L'Attico di Bruno Sargentini a Roma nel 1958.